Una specie caratteristica delle cavità sotterranee piemontesi appartenente al genere Plectogona è il diplopode Plectogona sanfilippoi (Manfredi, 1956) (Diplopoda, Chordeumatida, Craspedosomatidae). Si tratta di un saprofago onnivoro, come la maggior parte dei rappresentanti della sua famiglia, ovvero un decompositore, per cui lo si può trovare sia su residui vegetali che su feci e resti di origine animale: è un vero e proprio "spazzino" del sottosuolo. Descritto delle Grotte del Caudano e dedicato al naturalista genovese Nino Sanfilippo (1922-1994), si tratta di un diplopode "troglobio" diffuso con 4 sottospecie note in grotte delle Alpi Liguri sul territorio piemontese.
I Diplopodi sono costantemente presenti in ambiente sotterraneo e sono rappresentati da specie "troglobie", ovvero specializzate ed adattate a vivere in questi ambienti che si possono trovare nelle cavità sotterranee di tutta Italia. Nelle Alpi Occidentali sono presenti anche generi e specie con areali di distribuzione molto ristretti, ovvero endemici, con caratteristiche morfologiche e metaboliche molto specializzate, come il Plectogona sanfilippoi. Sono organismi decompositori, principalmente detritivori e in ambiente sotterraneo si nutrono di qualunque residuo organico per cui sono molto importanti nei processi di decomposizione.
La SSI ha deciso di proporre come Animale di Grotta dell’Anno 2020 una specie caratteristica delle Alpi Liguri, il Plectogona sanfilippoi in quanto nel 2020 si terrà nel Comune di Ormea il XXIII Congresso Nazionale di Speleologia, intitolato "La Melodia delle Grotte" http://www.congressospeleo2020.it/. La specie, seppur endemica, e quindi rara da trovare rispetto ad altre con areale di distribuzione più ampio, è stata scelta anche perché si può osservare comunque frequentemente in due grotte molto conosciute e turistiche, ovvero la Grotta di Bossea e la Grotta del Caudano.
I diplopodi, comunemente conosciuti come Millepiedi nella letteratura inglese, sono una Classe molto antica di Artropodi, che ha colonizzato le terre emerse oltre 300 milioni di anni fa e ha avuto rappresentanti di dimensioni molto grandi per gli invertebrati, come l’immensa Arthropleura, che poteva raggiungere e superare i 2,5 metri di lunghezza e popolava le foreste del Carbonifero, quando l’atmosfera molto ricca di ossigeno permetteva la sopravvivenza di tali artropodi giganti. Il corpo dei diplopodi è formato da segmenti e la loro caratteristica morfologica principale è quella di avere due paia di zampe per ogni segmento del corpo; in totale i segmenti corporei sono 25-30, per cui in realtà il numero di zampe si aggira intorno al centinaio o poco più. Si riproducono tramite uova, con sessi separati. Sono organismi decompositori, principalmente detritivori e in ambiente sotterraneo si nutrono di qualunque residuo organico per cui sono molto importanti nei processi di decomposizione.
Sono animali che prediligono ambienti umidi per cui in ambiente sotterraneo si trovano frequentemente specie epigee che qui ricercano le condizioni di umidità e temperatura necessarie alla loro sopravvivenza durante i periodi di siccità.
Troviamo inoltre diverse specie "troglobie" nelle cavità sotterranee, ovvero le specie più adattate a vivere negli ambienti ipogei, le quali presentano allungamento delle zampe e delle antenne, riduzione o scomparsa degli organi visivi e un colore tendente al giallognolo o al bianco, dovuto alla mancanza di pigmenti. Mentre altri artropodi ipogei hanno sviluppato appendici allungate per ovviare alla perdita degli organi visivi, i Diplopodi, pur avendo zampe e antenne moderatamente lunghe, di solito sondano l’ambiente sotterraneo usando il loro corpo filiforme per esplorarlo e si alzano sulle zampe della parte posteriore del corpo ruotando caratteristicamente la parte anteriore con zampe e antenne protese. Queste specie hanno spesso un’andatura veloce che mette in evidenza il caratteristico movimento ondulatorio delle zampe, con impulsi progressivi dal capo verso la parte posteriore.
L’Animale di Grotta dell’Anno 2020, il diplopode Plectogona sanfilippoi, è un animale ben depigmentato e gli occhi, non più funzionali, sono ridotti a piccole aree triangolari ai lati del capo; l’aspetto generale e l’allungamento delle antenne e delle zampe sono caratteri riferibili alla sua specializzazione alla vita sotterranea. Si tratta di un saprofago onnivoro, ovvero un decompositore, per cui lo si può trovare sia su residui vegetali che su feci e resti di origine animale.
Il genere Plectogona è il più diffuso nelle cavità sotterranee delle Alpi Liguri e Marittime.
Il diplopode Plectogona sanfilippoi (Manfredi, 1956) (Diplopoda, Chordeumatida, Craspedosomatidae) è endemico di questa zona e fu descritto nelle Grotte del Caudano e dedicato al naturalista genovese Nino Sanfilippo (1922-1994). Si tratta di un diplopode "troglobio" diffuso con 4 sottospecie note (sanfilippoi, bosseae, dronerae, digheae) in grotte delle Alpi Liguri sul territorio piemontese (Grotte del Caudano, Grotta di Bossea, Tana della Dronera e Garb del Dighea).
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Fonti e autori
Enrico Lana, Valentina Balestra
Biologia Sotterranea Piemonte – Gruppo di Ricerca
Foto
Enrico Lana, Valentina Balestra
Biologia Sotterranea Piemonte – Gruppo di Ricerca