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 - Foto Enrico Lunghi Meta Bourneti femmina  Grotte di Siniscola
Foto Enrico Lunghi Meta Bourneti femmina Grotte di Siniscola
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Animali di grotta dell'anno 2026

I ragni Meta bourneti e Meta menardi 

La scelta di Meta bourneti e Meta menardi come animali di grotta per il 2026 si inserisce nella più ampia iniziativa “Animale di Grotta dell’Anno” promossa dalla Società Speleologica Italiana ETS (SSI). L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica, le autorità e i gestori delle grotte sull’importanza biologica e la conservazione degli ecosistemi ipogei, poco conosciuti e vulnerabili. 

Introduzione

I ragni costituiscono un gruppo estremamente vario di artropodi, la cui origine risale al tardo Carbonifero. A oggi sono note oltre 53.000 specie (World Spider Catalog, 2025). Si tratta di uno dei gruppi di organismi di maggior successo evolutivo, grazie alla loro straordinaria capacità di adattamento, che ha permesso loro di colonizzare praticamente tutti gli ambienti terrestri, inclusi quelli sotterranei.

All’interno degli ecosistemi i ragni svolgono ruoli fondamentali. Come predatori contribuiscono al controllo naturale delle popolazioni di invertebrati, comprese specie potenzialmente dannose per l’uomo e l’agricoltura. Allo stesso tempo, rappresentano una risorsa alimentare importante per numerosi altri animali tra cui uccelli, rettili e invertebrati predatori. Alcune specie, inoltre, partecipano indirettamente ai processi di impollinazione contribuendo così al mantenimento della biodiversità.

Oltre al loro ruolo ecologico i ragni suscitano grande interesse anche in ambito scientifico e applicativo. La seta di ragno, per esempio, è oggetto di studi per le sue eccezionali proprietà meccaniche e le potenziali applicazioni in campo medico e tecnologico. Anche i veleni e i composti bioattivi prodotti da molte specie vengono analizzati per possibili impieghi farmacologici.

Negli ultimi decenni, tuttavia, i ragni hanno dovuto affrontare diverse minacce legate soprattutto alla perdita e alla frammentazione degli habitat, all’urbanizzazione e al cambiamento climatico. Proprio per la loro sensibilità a tali fattori essi vengono oggi considerati ottimi modelli in studi ecologici e conservazionistici.

In questo vasto e affascinante gruppo alcuni ragni hanno trovato un particolare successo negli ambienti ipogei, sviluppando adattamenti specifici e mostrando un’ampia varietà di forme e comportamenti.

I ragni che vivono negli ambienti sotterranei sono organismi particolarmente sensibili ai cambiamenti ambientali. La loro vulnerabilità deriva da diversi fattori: vivono in habitat estremamente stabili e localizzati con scarsa capacità di dispersione e popolazioni spesso piccole e geneticamente isolate. Le alterazioni del microclima, come variazioni di temperatura o umidità, possono quindi avere effetti immediati sulle loro comunità. Inoltre, gli ecosistemi di grotta presentano reti trofiche semplificate e fortemente dipendenti dalle risorse provenienti dall’esterno rendendo ogni disturbo potenzialmente critico.

Per questo motivo la tutela dei ragni di grotta non riguarda solo la conservazione di singole specie, ma anche la salvaguardia dell’equilibrio ecologico e della biodiversità nascosta che popola il sottosuolo. Aumentare le conoscenze su questi organismi significa, al tempo stesso, rafforzare la consapevolezza del valore naturale e scientifico degli ambienti ipogei.

Pur non essendo specie strettamente adattate alla vita sotterranea, il genere Meta rappresenta un caso particolarmente interessante di ragni legati agli ambienti ipogei. Le sue specie vivono infatti in stretta associazione con grotte, miniere e altre cavità, dove trovano le condizioni di umidità e temperatura ideali. In Europa, le due principali rappresentanti del gruppo sono Meta bourneti e Meta menardi, ragni che costruiscono ampie tele orbicolari nelle zone d’ingresso o nei settori più interni delle cavità, dove la disponibilità di prede è maggiore.

Meta bourneti e Meta menardi sono state scelte come Animali di grotta dell’anno 2026 per il loro valore simbolico e scientifico. Questi grandi ragni, facilmente riconoscibili e ampiamente diffusi nelle grotte europee, rappresentano alcuni degli abitanti più caratteristici della zona crepuscolare, dove la luce incontra l’oscurità.

Pur non essendo specie strettamente adattate alla vita sotterranea, incarnano alla perfezione il legame ecologico tra superficie e mondo ipogeo: il loro ciclo vitale alterna, infatti, fasi all’aperto e periodi trascorsi nelle cavità, a dimostrazione di come gli ecosistemi sotterranei siano strettamente connessi a quelli di superficie.

Meta menardi femmina. Grotta del Bandito PI1002, Piemonte(Foto di Enrico Lana)
Informazioni generali⇒

- Nome scientifico: Meta bourneti Simon, 1922 - Meta menardi (Latreille, 1804)

- Famiglia: Tetragnathidae

- Ordine: Araneae

Meta menardi e' anche conosciuto come il Ragno Europeo delle grotte

Descrizione

Meta bourneti e Meta menardi sono due grandi ragni tipici delle grotte e di altri ambienti sotterranei in Europa. Le due specie, molto simili nell’aspetto, condividono spesso gli stessi habitat, ma si distinguono per alcuni dettagli morfologici e per le loro preferenze ambientali.

Le femmine di M. bourneti raggiungono una lunghezza del corpo compresa tra 13 e 16 mm, mentre i maschi misurano 10–13 mm. Il cefalotorace (prosoma) è di colore rosso-bruno con margini più scuri, e le zampe, anch’esse rossastre, contrastano con l’addome (opistosoma) giallastro, che presenta ai lati ampie bande nere: una livrea che rende la specie facilmente riconoscibile.

Le femmine di M. menardi sono leggermente più grandi, con un corpo lungo 15–16 mm, mentre i maschi raggiungono 11–12 mm. Il prosoma è marrone chiaro o scuro, con margini e centro più intensi di colore; l’opistosoma varia dal marrone giallognolo al rossastro, ornato da ampi disegni neri che possono ricoprirlo quasi interamente. Le zampe mostrano evidenti anelli alternati chiari e scuri, caratteristica distintiva della specie.

Meta bourneti femmina. Grotte di Siniscola, Sardegna (Foto di Enrico Lunghi)

 


Meta menardi femmina con ovisacco. Tana della Lupa PI1311, Piemonte (Foto di Enrico Lana)

Habitat e distribuzione

Le due specie vivono in ambienti bui e umidi, dove costruiscono grandi tele orbicolari nelle cavità sotterranee. Queste abitudini ne fanno tra i rappresentanti più caratteristici della fauna ipogea europea.

La scelta degli habitat sotterranei sembra essere determinata principalmente da fattori climatici. Meta bourneti predilige siti con temperature superiori ai 9 °C, mentre Meta menardi preferisce grotte e cavità più fresche, con valori compresi tra 5 e 9 °C. Questa differenza ecologica si riflette anche nella loro distribuzione geografica: M. bourneti è tipica delle regioni mediterranee e dell’Europa meridionale, ma si estende fino al Caucaso e al Nord Africa.

All’interno delle grotte, tuttavia, le due specie mostrano esigenze simili. Entrambe occupano soprattutto la zona crepuscolare, né completamente illuminata né del tutto buia, dove la disponibilità di prede è maggiore. Qui le loro tele intercettano insetti provenienti dall’esterno, garantendo il sostentamento delle popolazioni sotterranee.

Meta bourneti maschio. Grotte di Siniscola, Sardegna (Foto di Enrico Lunghi)

Biologia e comportamento

- Ciclo vitale: Il ciclo vitale delle specie del genere Meta alterna fasi epigee e ipogee. Gli adulti costruiscono tele orbicolari piuttosto semplici, con pochi raggi e fili di sostegno ancorati direttamente alle pareti delle cavità, efficaci nel catturare sia prede volanti sia artropodi che si muovono sulle superfici rocciose. Il corteggiamento avviene di norma dopo che la femmina ha catturato una preda: il maschio si avvicina con cautela e si accoppia mentre lei è ancora intenta a nutrirsi. Le sacche ovigere, di forma tondeggiante e dimensioni relativamente grandi, vengono sospese nei pressi della tela tramite sottili fili di seta.

I giovani, appena nati, presentano un corpo con forti contrasti bianco-neri e zampe anellate. Durante le prime fasi di crescita mostrano fototassi positiva: attratti dalla luce, lasciano le cavità e vengono trasportati dal vento in un fenomeno noto come ballooning, che permette loro di disperdersi e colonizzare nuovi ambienti. Dopo le prime mute perdono le marcature giovanili e assumono l’aspetto degli adulti; diventano fotofobici e si spostano verso ambienti bui e umidi, come grotte, cunicoli o drenaggi. Questa fase ipogea dura per il resto della vita, a testimonianza della loro stretta affinità con gli ambienti sotterranei, pur non trattandosi di specie strettamente troglobie.

- Alimentazione: Le due specie si nutrono delle prede catturate nella propria tela, principalmente artropodi di medie o grandi dimensioni, ditteri, grilli, falene e altri insetti tipici degli ambienti ipogei. La dieta varia in base alla disponibilità locale di prede, che risulta maggiore nelle zone di transizione tra l’esterno e l’interno delle cavità.


Meta menardi femmina predazione di Dolichopoda azami. Forte Ponte della Cheina, Piemonte (Foto di  Enrico Lana)

- Comportamento: Gli adulti costruiscono le tele soprattutto nelle zone d’ingresso o nei settori più bui delle grotte dove la probabilità di intercettare prede in movimento è più elevata. Le femmine depongono i bozzoli a fine estate e mostrano un certo grado di cura parentale verso i giovani. I ragnetti che emergono, solitamente a fine inverno, manifestano una marcata fototassi positiva, che favorisce la dispersione e la colonizzazione di nuovi siti.


Meta menardi femmina predazione di Dolichopoda azami. Grotta della Perosa PI1142, Piemonte (Foto di Enrico Lana)

Conservazione

Meta bourneti e Meta menardi sono due specie strettamente affini e tra i ragni più rappresentativi della fauna sotterranea europea. Entrambe colonizzano grotte naturali, miniere, drenaggi e altre cavità artificiali, dove costruiscono le loro grandi tele orbicolari nella zona crepuscolare, il settore di transizione tra luce e buio.

Pur condividendo molte caratteristiche morfologiche e comportamentali le due specie si differenziano per le loro preferenze ecologiche e per la distribuzione lungo i gradienti di quota e latitudine. M. bourneti predilige climi più caldi e secchi: è tipica delle regioni mediterranee e dell’Europa meridionale, dove occupa cavità con temperature generalmente superiori ai 9 °C, spesso a basse e medie altitudini. Al contrario, M. menardi è associata a climi più freschi e umidi, diffusa nell’Europa centro-settentrionale e in ambienti montani, dove si rinviene in grotte e cunicoli con temperature comprese tra 5 e 9 °C. Questa segregazione ecologica, che segue un gradiente latitudinale e altitudinale, riduce la competizione diretta tra le due specie ma le rende anche sensibili ai cambiamenti climatici.

In alcune aree, come in Italia, le due specie si incontrano e mostrano distribuzioni complementari: M. bourneti tende a dominare alle quote più basse e in regioni meridionali, mentre M. menardi si spinge a quote più elevate o a latitudini maggiori. Tuttavia, in contesti particolari — come la Val di Susa per M. bourneti e il Monte Etna per M. menardi — esistono piccole popolazioni isolate, separate dai grandi nuclei continentali. Queste popolazioni, frutto di lunghi processi di isolamento geografico e genetico, costituiscono veri e propri patrimoni evolutivi, preziosi serbatoi di diversità genetica la cui perdita comporterebbe un impoverimento irreversibile.

Le principali minacce per entrambe le specie derivano dai cambiamenti climatici e dalle alterazioni del microclima sotterraneo. L’aumento delle temperature e la variazione dell’umidità potrebbero modificare profondamente la distribuzione delle due Meta, favorendo M. bourneti — più termofila — e penalizzando M. menardi, più legata ad ambienti freddi. Questo spostamento altitudinale e latitudinale, già osservato in alcune popolazioni, rischia di determinare la scomparsa locale delle popolazioni più vulnerabili. A ciò si aggiungono altre pressioni, come la distruzione o il disturbo degli habitat ipogei dovuti a turismo non controllato, urbanizzazione e inquinamento, che alterano il delicato equilibrio microclimatico delle cavità.

La conservazione di queste specie richiede dunque la tutela del microclima delle grotte e del paesaggio esterno che lo mantiene stabile. Preservare le cavità, limitare gli impatti antropici e proteggere la vegetazione che regola temperatura e umidità significa salvaguardare due elementi chiave della biodiversità sotterranea europea e un patrimonio genetico di grande valore per l’adattamento delle specie ai cambiamenti ambientali futuri.


Meta bourneti maschio. Buco delle Chiocciole PI1537, Piemonte (Foto di Enrico Lana)

Elenco delle fonti bibliografiche:

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Isaia, M., Paschetta, M., Lana, E., Pantini, P., Schönhofer, A. L., Christian, E., & Badino, G. (2011). Aracnidi sotterranei delle Alpi Occidentali italiane (Arachnida: Araneae, Opiliones, Palpigradi, Pseudoscorpiones)/Subterranean Arachnids of the Western Italian Alps (Arachnida: Araneae, Opiliones, Palpigradi, Pseudoscorpiones).

Lunghi, E. (2018). Ecology and life history of Meta bourneti (Araneae: Tetragnathidae) from Monte Albo (Sardinia, Italy). PeerJ, 6, e6049.

Mammola, S., & Isaia, M. (2014). Niche differentiation in Meta bourneti and M. menardi (Araneae, Tetragnathidae) with notes on the life history. International Journal of Speleology, 43(3), 343-353.

Mammola, S., & Isaia, M. (2017). Spiders in caves. Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, 284(1853), 20170193.

Mammola, S., & Isaia, M. (2017). Rapid poleward distributional shifts in the European cave‐dwelling Meta spiders under the influence of competition dynamics. Journal of Biogeography, 44(12), 2789-2797.

Nicolosi, G., Piano, E., De Beni, E., & Isaia, M. (2023). Double dare: Climate change and volcanic activity threatens local populations of Meta menardi (Araneae, Tetragnathidae) in Sicily. Global Ecology and Conservation, 48, e02699.

World Spider Catalog (2025). World Spider Catalog. Version 26. Natural History Museum Bern, online at http://wsc.nmbe.ch. doi: 10.24436/2

Testi a Cura di Giuseppe Nicolosi – Ricercatore Università di Catania, Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali (DSBGA)

Foto di: Enrico Lana ed Enrico Lunghi

EDIZIONE : SSI ETS Ferdinando Didonna 

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