L’Unione Internazionale di Speleologia (UIS) sta lanciando una serie di campagne di alto profilo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di proteggere i paesaggi carsici e i loro ambienti diversificati. Una di queste iniziative è la selezione internazionale di un “Animale di Grotta dell’Anno”. Per questa campagna, è stato scelto il gruppo delle farfalle cavernicole, invitando ogni paese partecipante a selezionare una specie regionale di farfalla cavernicola e a presentarla al pubblico e alle autorità come in Germania “Animale di Grotta dell’Anno”.
Le grotte, spesso percepite come luoghi misteriosi e inaccessibili, sono in realtà rifugi vitali per molte specie. Questi ambienti offrono riparo e protezione, fungendo da espedienti per la sopravvivenza in condizioni estreme. La grotta, con il suo microclima stabile e le sue risorse uniche, rappresenta un habitat essenziale per numerosi organismi che vi trovano un rifugio sicuro.
Scegliendo la falena Triphosa dubitata, la Società Speleologica Italiana vuole sottolineare che c’è ancora un enorme bisogno di azione, in particolare nella ricerca degli ecosistemi sotterranei e delle specie che li abitano. La grotta non è solo un riparo, ma un elemento vitale che ci aiuta a comprendere meglio la biodiversità e le dinamiche ecologiche che permettono la sopravvivenza di molte forme di vita.
La Triphosa dubitata è una falena descritta scientificamente per la prima volta da Carlo Linneo nel 1758.
Questo lepidottero sverna regolarmente in gran numero nelle grotte, dove gli adulti trascorrono un periodo di diapausa che va da fine agosto ad aprile, a seconda dei fattori ambientali, principalmente la temperatura esterna.La Triphosa dubitata si concentra solitamente in grandi gruppi sulle pareti delle grotte e può essere trovata principalmente nelle zone d'ingresso e di transizione, più raramente in quelle più profonde. La scelta del sito di riposo dipende probabilmente da specifiche condizioni microclimatiche.
Tra i fattori che hanno portato alla designazione della Triphosa dubitata come “Animale di Grotta dell’Anno 2025” vi sono la sua ampia distribuzione nelle nostre grotte e la facilità con cui può essere riconosciuta anche dai non esperti. Tuttavia, non sono solo questi aspetti a renderla rappresentativa; questa specie simboleggia anche l’importanza dei rifugi sotterranei per la sopravvivenza di numerosi animali che dipendono da questi ambienti da proteggere.
Regno: Animalia
Phylum: Arthropoda
Classe: Insecta
Ordine: Lepidoptera
Famiglia: Geometridae
Genere: Triphosa
Specie: T. dubitata
Importanza Ecologica
La Triphosa dubitata rappresenta un esempio emblematico di numerose specie che dipendono dagli ambienti sotterranei per la propria sopravvivenza. La conservazione delle grotte e degli habitat ipogei è essenziale per preservare non solo questa specie, ma anche molte altre che traggono vantaggio da questi rifugi naturali. La regione Paleartica, con la sua vastità e complessità ecologica, costituisce un’area fondamentale per la biodiversità globale, dove la protezione di queste specie contribuisce a mantenere l’equilibrio e la resilienza degli ecosistemi.
All'interno delle grotte, gli adulti di falena sono spesso osservati coperti da un particolare fungo appartenente al genere Akanthomyces, le cui spore fluttuano nell'aria e si depositano casualmente sul corpo della falena. La crescita del fungo avviene in modo graduale, inizialmente senza causare disagi all’ospite, finché la colonia fungina non diventa ben radicata. A questo punto, la falena inizia a mostrare comportamenti insoliti, influenzati dalla presenza del fungo che sembra interagire con il sistema nervoso dell’ospite. Ciò induce la falena a cercare altri individui della sua specie e a stazionare in aree specifiche della grotta, favorendo la proliferazione delle spore.
Questo fenomeno non è unico per Akanthomyces altri funghi ascomiceti, come quelli del genere Cordyceps, mostrano un comportamento simile. Le spore mature di Cordyceps, disperse nell'aria, possono raggiungere un ospite e, in condizioni favorevoli, germinare, invadendo progressivamente i tessuti dell’insetto. Questo processo porta alla morte dell’insetto in breve tempo, mentre il fungo colonizza l’organismo, sostituendo i tessuti con il proprio micelio, completando il suo ciclo vitale.
Entrambi i generi, Akanthomyces e, sono rappresentanti significativi dei funghi della famiglia Cordycipitaceae, composta da numerosi parassiti di ragni e Lepidotteri. Cordyceps è un genere di funghi ascomiceti (funghi a sacco) che comprende circa 600 specie diffuse in tutto il mondo.
La diapausa è uno stato di sospensione temporanea dello sviluppo e dell’attività metabolica che molti insetti adottano per sopravvivere a condizioni ambientali avverse. Durante questo periodo, gli insetti riducono drasticamente il loro metabolismo, arrestano la crescita e lo sviluppo, e cercano rifugi sicuri, come le grotte, per proteggersi. La diapausa permette agli insetti di sincronizzare il loro ciclo vitale con le stagioni favorevoli, garantendo che le fasi critiche del loro sviluppo, come la riproduzione e la crescita delle larve, avvengano in periodi in cui le condizioni ambientali sono ottimali.
Nel caso della Triphosa dubitata, la diapausa avviene durante i mesi più freddi, quando le risorse alimentari sono scarse e le temperature esterne sono basse. Rifugiandosi nelle grotte, questi insetti trovano un ambiente stabile e protetto che li aiuta a sopravvivere fino alla primavera. Durante il periodo invernale all’interno delle cavità, gli adulti della specie entrano in uno stato di diapausa parziale, rimanendo cioè parzialmente attivi. Le femmine subiscono un blocco della maturazione delle uova, che termina poco prima della fuoriuscita primaverile.
Generalmente, gli adulti si accoppiano anche nelle grotte: i maschi rilasciano nelle femmine una grande spermatofora, un contenitore proteico che si dissolverà e rilascerà gli spermi solo al termine dell’inverno. La spermatofora, oltre a coordinare il rilascio degli spermi con la ripresa della maturazione delle uova nelle femmine, serve sia come input energetico (le femmine assorbono ed utilizzano le proteine delle spermatofore) sia, grazie alle grandi dimensioni, come blocco meccanico per ulteriori fecondazioni di una femmina da parte di altri maschi.
La Triphosa dubitata, offre un esempio affascinante di adattamento fenologico in relazione alle grotte. Questa specie è strettamente legata agli ambienti cavernicoli o semi-cavernicoli, dove sfrutta le condizioni uniche delle grotte per sopravvivere durante i mesi freddi.
Nel contesto della fenologia, la scienza che studia il ciclo vitale delle piante e degli animali in relazione ai cambiamenti stagionali e climatici, la Triphosa dubitata è univoltina, ovvero presenta una sola generazione all'anno. Entrambi i sessi trascorrono l'inverno in uno stato di dormienza, rifugiandosi spesso all'interno di grotte o altri ambienti sotterranei. Queste grotte offrono loro un microclima stabile e sicuro, con temperature costanti che favoriscono il riposo durante i mesi freddi. Grazie a questo adattamento, la Triphosa dubitata è in grado di sopravvivere alle rigide condizioni invernali per poi riprendere il suo ciclo vitale in primavera.
In primavera, a partire da marzo fino a inizio giugno, gli adulti si risvegliano e iniziano il volo riproduttivo, cercando luoghi dove deporre le uova. Questo ciclo vitale è un chiaro esempio di come la fenologia di una specie possa essere modellata dall'ambiente cavernicolo. Le grotte offrono non solo protezione dai predatori e dalle intemperie, ma anche un microclima stabile che permette alla Triphosa dubitata di superare le rigide condizioni invernali.
Le uova della Triphosa dubitata sono di colore giallo/arancio opaco e presentano una superficie zigrinata. Questo aspetto zigrinato aiuta a proteggere le uova e a mimetizzarle nell'ambiente naturale. Le uova vengono deposte tra aprile e maggio e si schiudono dopo un periodo di incubazione, dando origine ai bruchi.
I bruchi possono essere osservati da metà maggio ai primi di luglio. Le larve sono di colore verde e presentano due grosse linee laterali bianco/giallastre, che corrono lungo i lati del corpo. Inoltre, sono presenti quattro linee dorsali meno definite, anch'esse di colore bianco/giallastro. Queste linee aiutano i bruchi a mimetizzarsi tra le foglie delle piante ospiti, come quelle dei generi Rhamnus, Prunus e Frangula alnus, di cui si nutrono essendo una specie polifaga di piante arboree e arbustive.
Frangula alnus"Designed by rawpixel.com / Freepik"
La pupa della Triphosa dubitata è di colore marrone rossastro. Durante la fase pupale, che avviene generalmente nel terreno o tra la lettiera di foglie, la larva subisce una metamorfosi completa, trasformandosi in adulto. La colorazione marrone rossastra della pupa fornisce un ulteriore livello di mimetismo, aiutando a proteggere l'insetto dai predatori durante questa fase vulnerabile del suo ciclo vitale.
Gli adulti in alcuni casi si nutrono su amenti, che sono infiorescenze a grappolo, di piante come il *Salice e la Buddleja (albero delle farfalle). Questo comportamento alimentare è stato documentato da Heinicke & Müller nel 1976, Ebert nel 2001, e Hausmann & Viidalepp nel 2012*. La scelta di queste piante non è casuale: gli amenti forniscono una fonte di nutrimento ricca di polline e nettare, essenziale per sostenere gli adulti durante il lungo periodo di inattività invernale.
Pianta ospite Prunus sp. Foto di Giovanni Zaccaria
Queste caratteristiche morfologiche e comportamentali della Triphosa dubitata sono adattamenti evolutivi che aumentano le probabilità di sopravvivenza della specie in ambienti naturali complessi e variabili. La comprensione di questi aspetti è fondamentale per la conservazione e la gestione delle popolazioni di questa specie, specialmente in contesti di cambiamento ambientale e perdita di habitat.
In Italia, la Triphosa dubitata può essere confusa con la Triphosa tauteli a causa della similitudine dei pattern alari. Tuttavia, la Triphosa tauteli è relegata ad una fascia altitudinale che va dai 750 ai 2000 metri sopra il livello del mare. Questa distinzione altitudinale può aiutare a differenziare le due specie in campo.
La presenza di Triphosa dyriata (Powell 194) in Italia, specie a distribuzione ovest-mediterranea (Spagna, Francia, Italia, Marocco), è stata invece accertata solo recentemente efino a poco tempo fa, infatti, tutti gli esemplari italiani del genere Triphosa (Stephens 1829) venivano riportati come T. dubitata o Triphosa sabaudiata (Duponchel 1840), specie ben riconoscibili tra di loro. Per T. dubitata veniva però riconosciuta una varietà cinereata (CULOT, 1917-1919). Proprio questa varietà corrisponde alla specie T. dyriata, molto simile nell’habitus a T. dubitata e per questo finora confuse.
La Triphosa dubitata rappresenta un esempio emblematico di numerose specie che dipendono dagli ambienti sotterranei per la propria sopravvivenza. La conservazione delle grotte e degli habitat ipogei è essenziale per preservare non solo questa specie, ma anche molte altre che traggono vantaggio da questi rifugi naturali. La regione Paleartica, con la sua vastità e complessità ecologica, costituisce un’area fondamentale per la biodiversità globale, dove la protezione di queste specie contribuisce a mantenere l’equilibrio e la resilienza degli ecosistemi.
All'interno delle grotte, gli adulti di falena sono spesso osservati coperti da un particolare fungo appartenente al genere Akanthomyces, le cui spore fluttuano nell'aria e si depositano casualmente sul corpo della falena. La crescita del fungo avviene in modo graduale, inizialmente senza causare disagi all’ospite, finché la colonia fungina non diventa ben radicata. A questo punto, la falena inizia a mostrare comportamenti insoliti, influenzati dalla presenza del fungo che sembra interagire con il sistema nervoso dell’ospite. Ciò induce la falena a cercare altri individui della sua specie e a stazionare in aree specifiche della grotta, favorendo la proliferazione delle spore.
Questo fenomeno non è unico per Akanthomyces altri funghi ascomiceti, come quelli del genere Cordyceps, mostrano un comportamento simile. Le spore mature di Cordyceps, disperse nell'aria, possono raggiungere un ospite e, in condizioni favorevoli, germinare, invadendo progressivamente i tessuti dell’insetto. Questo processo porta alla morte dell’insetto in breve tempo, mentre il fungo colonizza l’organismo, sostituendo i tessuti con il proprio micelio, completando il suo ciclo vitale.
Entrambi i generi, Akanthomyces e, sono rappresentanti significativi dei funghi della famiglia Cordycipitaceae, composta da numerosi parassiti di ragni e Lepidotteri. Cordyceps è un genere di funghi ascomiceti (funghi a sacco) che comprende circa 600 specie diffuse in tutto il mondo.
La falena Triphosa dubitata presenta una distribuzione Paleartica, un termine che si riferisce a una vasta regione biogeografica che copre l’Europa, il Nord Africa e gran parte dell’Asia fino all’Asia orientale. La regione Paleartica è una delle otto ecozone terrestri del mondo e comprende una grande varietà di climi e habitat, che vanno dalle foreste temperate alle steppe e ai deserti freddi. Questa diversità ambientale permette a molte specie di adattarsi e prosperare in condizioni molto diverse.
La specie è molto tollerante nei confronti delle condizioni ambientali è si incontra ad altitudini che vanno dal livello del mare fino alla mezza montagna ed utilizza le grotte dove il clima è troppo rigido per svernare all’esterno.
In Italia, la Triphosa dubitata è segnalata in quasi tutte le regioni a parte la Sardegna. La sua presenza in diverse aree geografiche del paese indica una notevole capacità di adattamento a vari microclimi e ambienti. Le grotte italiane, con le loro condizioni stabili e protette, offrono un rifugio ideale per questa specie durante il periodo di diapausa, contribuendo alla sua ampia distribuzione.
La distribuzione Paleartica della Triphosa dubitata non solo evidenzia la sua adattabilità, ma anche l’importanza di proteggere i diversi habitat in cui vive. La conservazione delle grotte e degli ambienti sotterranei è cruciale per garantire la sopravvivenza di questa e di molte altre specie che dipendono da questi rifugi naturali. La regione Paleartica, con la sua vasta estensione e diversità ecologica, rappresenta un’area fondamentale per la biodiversità globale, e la protezione delle specie che vi abitano è essenziale per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi.
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https://www.papilionea.it/triphosa-dubitata/
*Doremi Ginaluca https://gdoremi.altervista.org/geometridae/Triphosa_dubitata.html